lunedì 26 novembre 2012

Natron - "Grindermeister" (2012)


I pugliesi Natron sono un pezzo di storia, un'autentica istituzione nel panorama del metal estremo italiano: fondati a Bari nel 1992, pubblicano questo album per celebrare i loro primi 20 anni di attività.
“Grindermeister” non è un nuovo album, ma non è neanche la solita inutile e sterile raccolta di greatest hits: si tratta infatti della ri-registrazione di alcuni dei pezzi dei primi 2 lavori da studio della band (l'Ep “Unpure” del '96 e l'album “Hung, Drawn & Quartered” del '97).
I motivi di una scelta simile sono abbastanza evidenti: all'epoca il gruppo era ancora inesperto e i nostri - come dichiarano candidamente nelle interviste - non erano tecnicamente abbastanza bravi per suonare l'intricata musica che scrivevano (soprattutto in sede live), inoltre le risorse economiche erano scarse e ancora più scadenti le attrezzature, i mezzi tecnici e le conoscenze di chi doveva registrare e produrre un tipo di musica che era ai più sconosciuta in Italia (non parliamo di registrazioni inascoltabili, ma, tutto sommato, di una qualità simile a quello che si produceva in America nei primi anni '80!).
Il disco è composto da 8 tracce (7 loro vecchi cavalli di battaglia più la cover di “Dead Shall Rise” dei Terrorizer) che volano via in 33 minuti di folle e iperbolica violenza: come sempre i Natron si muovono nella terra di mezzo che unisce parecchi generi estremi, oscillando fra l'irruenza del thrash, il death più oltranzista (passando dal death delle origini, allo sfacelo crudo e atroce del brutal, fino alle alle spirali evolutive del technical) e momenti di puro grindcore.
Ormai gruppo di caratura internazionale e dalle capacite tecniche strabilianti, i Natron fanno risorgere questi pezzi, infondendogli nuova linfa vitale (!!!) e trasformandoli in nuove e scintillanti creazioni, dotati di uno spessore compositivo che risultava quasi impercettibile ai tempi della loro prima pubblicazione.
Adesso è tutto perfetto: la sezione ritmica, con imprevedibili incastri e improvvisi cambi di tempo, si conferma fra le più rocciose, folli e dinamiche; la chitarra sempre puntuale e avvolgente ci mitraglia il cervello con una serie infinita e contorta di riff spietati ed assassini (ma sempre pieni di un micidiale groove) e assoli che ti riportano alla mente Slayer e Morbid Angel; la voce perennemente in folle e maniacale growl, sembra uscire dalle viscere di un orco-killer precipitato all'inferno.
Non c'è clemenza, non c'è un attimo di tregua: i Natron non fanno prigionieri, sono una macchina da guerra che non concede un attimo di respiro.
Pur trattandosi di una sorta di raccolta, si tratta di una delle prove migliori del gruppo (insieme a “Livid Corruption”, almeno per i miei gusti): i pezzi sono elaborati e intricati, mai banali e mai ripetitivi, violenti fino all'ossessione; la produzione, incredibilmente pulita e perfetta, rende i pezzi quasi irriconoscibili.
Il risultato è assolutamente efferato, mostruoso e devastante. Una prova di classe e di forza che non teme confronti con niente e nessuno. Un grande disco sia per i fan storici del gruppo che avranno occasione di riassaporare le prime composizioni della band in questa nuova veste, ma soprattutto, per chi ancora li ignora, che avrà così occasione di conoscere una fra le più longeve, fiere, estreme e oltranziste realtà musicali della nostra penisola. Semplicemente grandiosi e monumentali!



Tracklist:

1. Morgue Feast
2. Leechlord
3. Quarantine of Leprosy
4. Flesh of a Sick Virgin
5. The Stake Crawlers
6. Undead Awake
7. Elmer the Exhumer
8. Dead Shall Rise (Terrorizer cover)

Seguiteli sul loro sito: http://www.natron.it/

Facebook: http://www.facebook.com/natronband

Myspace: http://www.myspace.com/natronband

venerdì 23 novembre 2012

Psychofagist - "Unique.Negligible.Forms" (Ep 2012)
























 



A pochi mesi di distanza dall'uscita dello split con gli Antigama, gli Psychofagist escono sul mercato con un prodotto che vuole essere una sorta di regalino ai loro fans: questo è infatti “Unique.Negligible.Forms”. Un 7'' completamente trasparente e stampato in appena 300 copie, che contiene 3 pezzi (2 nuovi più la cover di “Bonehead” dei Naked City in cui duettano con i cechi Napalmed) e non raggiunge i 7 minuti di durata.
Completamente autoprodotto, più che di un progetto discografico vero e proprio, possiamo definirlo un autentico oggetto da collezione, un gioiellino che chiunque ama il gruppo non può lasciarsi scappare.
Sulla musica e le capacità stilistiche e compositive della band c'è poco da aggiungere: ci troviamo di fronte all'ennesima dimostrazione di forza, potenza, creatività, follia e classe.
Ritmiche sempre storte e dispari, sincopi, melodie sghembe e caracollanti, voci deliranti e urlanti, sfuriate di violenza sonora cieca e totale che ti colgono all'improvviso. Schizofrenia pura.
Gli Psychofagist sono i profeti di un nuovo verbo musicale che assimila tutte le avanguardie (anche di matrice classica, atonale e jazzistica), tutti gli estremismi sonori e li convoglia all'interno di una struttura futuristica che, con le loro parole, potremmo definire “free non jazz power violence sonata “, oppure, più semplicemente e come sintesi ultima, “avant-core”.
Definitivi, antesignani, devastanti: questo è un autentico bijoux da non lasciarsi scappare.



Tracklist:
1. Unique.Negligible.Forms
2. Inverted Fobia
3. Bonehead

Per comprarlo, potete rivolgervi direttamente a loro contattandoli anche sulla loro pagina facebook:
http://www.facebook.com/pages/Psychofagist/140250692672170?sk=wall

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martedì 20 novembre 2012

Inferno Sci-Fi Grind 'n' Roll - "The Fall And Rise And Fall Of" (2012)


Quando si ascolta un disco come questo, generalmente, ci si fa l'idea del classico prodotto insano e futuribile, frutto delle più svariate contaminazioni musicali e malattie mentali, che di solito ha provenienza nipponica o americana: cose nate sulla scia di Fantomas, Ruins e Melt Banana, per intenderci.
Invece, sorprendentemente, ancora una volta ci troviamo di fronte ad un prodotto che viene proprio dal nostro orticello nazionale.
E lo vogliamo gridare forte, al di là di qualunque stupido ragionamento – tipicamente italiota nell'equivoco – esterofilo: signori e signore, la nostra scena underground non ha nulla da invidiare a niente e nessuno! Anzi, nel nostro sottobosco musicale, si annida una nutrita schiera di belve assetate di sangue, musica e rivoluzione: entità assolutamente scatenate, spastiche e feroci, che non temono confronti e rivalità per qualità, inventiva e modernità delle proposte. Facciamolo uscire – una volta tanto che ce n'è motivo – un po' di orgoglio nazionalista!
Gli Inferno Sci-Fi Grind 'n Roll arrivano dalla capitale e ci bombardano il cervello con questa proposta musicale assolutamente folle e schizofrenica. Immaginate il classico alchimista pazzo che, nel suo oscuro laboratorio segreto, inizia a mischiare le più svariate pozioni sperando di riuscire a ottenere la fantomatica pietra filosofale: un po' di sano buon vecchio rock 'n roll, la perizia geometrica del mathcore, un po' di furioso powerviolence, l'insano e immancabile tocco del grind, la ricerca folle di suoni e armonie strampalate del noisecore, l'ironia grottesca del cinema di serie b, i suoni futuribili di campionatori impazziti, qualche richiamo alle musichine dei videogiochi di era pre-playstation, i suoni ambient che ti immagineresti come colonna sonora di una gita nell'ignoto spazio profondo...
Furia iconoclasta ma sempre carica di ironia. Un Cerbero che avviluppa e avvinghia le sue 3 teste in un contorsionismo spastico e lisergico. Scariche elettriche ed elettroniche che si susseguono in una folle corsa verso il delirio: ragazzi, questo disco è magnifico! Potremmo parlare anche di progressive, ma cazzo, stiamo parlando di un macello di cose: questo è un ribollente calderone di idee deliranti, un ammasso folle ed eterogeneo di stranezze post-apocalittiche, di schegge sonore impazzite che non dovrebbero riuscire a restare in piedi e invece risultano titanicamente inamovibili e frutto di una logica devastante e ferrea...
14 tracce per poco meno di 32 minuti di ascolto intensissimo e totalmente innovativo.
Gli Inferno sono attivi dal 2002 e questa è la loro terza prova su disco. Hanno persino annunciato che si scioglieranno il 21 Dicembre 2012, ma dopo aver ascoltato l'album non ci crederete per 2 motivi fondamentali: 1, sono dannatamente bravi ed originali; 2, troppe idee demenziali e surreali, il messaggio sa di ironica provocazione (speriamo!).
Questo album è disponibile per l'acquisto solo in formato di vinile bianco, oppure potete scaricarvelo gratuitamente e direttamente dal sito del gruppo.
Ma queste sono chicche che ogni appassionato di musica dovrebbe possedere. Supportate la scena Underground!!!


Tracklist:
1. We Are The Romulans
2. Cartilago Delenda Est
3. Pituk Kytup
4. Eel Boots And The Curse Of…
5. Codename: Radargirl
6. Meet The Meatballs
7. A Maiden Without Irony pt.1
8. Halls Apocalyptus
9. Dead Man Walkman
10. We Are The Samples
11. Tuesday Is The New Monday
12. In Deep Bogaard
13. A Maiden Without Irony pt.2
14. Charly Ziplock 

Ascoltate l'album e acquistate il vinile sul loro bandcamp:
http://infernogrindnroll.bandcamp.com/

Scaricatelo dal loro sito:
http://www.infernogrindnroll.com/

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domenica 18 novembre 2012

Intervista ai Luther Blissett



Alla vigilia del loro imminente tour, che per la prima volta li porterà a toccare l'estremo sud e la Sicilia, intervistiamo i bolognesi Luther Blissett (dei quali abbiamo già recensito l'ultimo album "Bloody Sound" e il recentissimo split condiviso con Gliputridissimi).
Buona lettura!

Chainsaw Massacre: Allora, intanto grazie ragazzi per la vostra disponibilità! Siete il primo gruppo che intervisto per questo blog. Iniziamo con una domanda classica, giusto per presentarvi a chi non vi conosce: i vostri nomi, strumenti e percorsi musicali?
Luther Blissett: Luther Blissett! Ovviamente abbiamo dei nomi propri, che tu conosci, ma non sono importanti nell'ottica di quel che facciamo come gruppo.
Strumenti? Principalmente chitarra, basso, batteria e sassofono. Nel primo disco c'era anche il contrabbasso, in Bloody Sound c'è un bel po' di elettronica e di suoni processati, nello split c'è la voce.... diciamo che variamo in base a quello che la musica richiede, come fa chiunque componga musica.
Percorsi musicali...davvero tanta roba! Diciamo che al momento siamo carichi con i Black Flag, i Melvins, i Wipers. Cerchiamo di innestare l'immediatezza di queste band sulla “stortezza” del math e del jazzcore, il tutto condito con un bel po' di improvvisazione brutale.

Chainsaw Massacre: Da quanto esiste il gruppo e come definite la vostra musica?
Luther Blissett: Il gruppo esiste dal 2006. Abbiamo fatto il primo disco nel 2010 e Bloody Sound l'anno dopo. Quest'anno abbiamo partecipato a diverse compilation (Lepers 50, Capropoli, NoLebol) con pezzi inediti tutti con l'aggiunta della voce, e abbiamo pubblicato questo split con Gli Putridissimi di cui andiamo molto orgogliosi. Vedi che Scaffolfing è un pezzone! Hahahahahahahaha!
Definirei la nostra musica: “storta”. Si, perché siamo degli storti!
Chainsaw Massacre: Il nome del gruppo, Luther Blissett, è un "pseudonimo collettivo", cioè usato da diversi performer e in diversi ambiti artistici: richiama alla mente una serie di provocazioni e satire sbeffeggianti ai danni del "sistema" politico-culturale. come mai avete scelto questo nome?
Luther Blissett: Perché siamo storti!

Chainsaw Massacre: Avete pubblicato 2 album e, di recente, uno split con i baresi Gliputridissimi in cui partecipate con 2 tracce riprese dal vivo: state lavorando a del nuovo materiale? Se si, quando è prevista l'uscita?
Luther Blissett: Eehhh l'uscita... Ormai sembra un miraggio anche a me! L'uscita sicura la facciamo in questo tour dove faremo tutto il repertorio inedito. Quello che più o meno dovrà finire nel disco nuovo.
Chainsaw Massacre: Nello split album i vostri 2 pezzi sono abbastanza diversi rispetto al vostro classico "repertorio": "Scaffolding", l'ho definita una sorta di pezzo trance, "Staggering" un'improvvisazione radicale. Questo è il segno di un cambiamento nei vostri orizzonti musicali o si tratta solo di una parentesi?
Luther Blissett: Questo è solo l'inizio!!! Ci siamo davvero scassati il cazzo di musica che fa finta di essere “arte”, che ti deve sbattere in faccia le ricerche, le problematiche tecnico-sentimentali di chi le fa. Non ci interessa (più, forse) mostrare la nostra musica, ci interessa avere un reale rapporto comunicativo con il pubblico. Vogliamo condividere delle emozioni, non raccontarle!


Chainsaw Massacre: A questo proposito, come vi ponete nei confronti del music-business (case discografiche, etichette, siae)?
Luther Blissett: Ma mi sembra che non ci poniamo proprio. Voglio dire, a livello di quel che facciamo noi, tutto si muove in ambito molto amicale, con tutti i pro e i contro che questa cosa comporta. Poi se devo dare un giudizio su quello che accade al di fuori del nostro circuito in Italia, cioè cose un po' più grandicelle e che quindi fanno girare un po' di soldini (che poi l'unica differenza reale è quella...) è sicuramente COLERA a tutto!
Ma se devo essere sincero, anche l'under-underground in cui siamo è un colera. I gruppi diciamo "da rockit", mi fanno tutti indistintamente cagare: anche i Luther quando ci escono mi fanno cagare!
Ma dai, sul serio, un gruppo tipo i Cani...ma come cazzo si fa?! Ma li hai ascoltati i testi di quelli là!? Io la prima volta che li ho ascoltati sono stato in depressione per una settimana! Ho pensato: “non ci sarà mai spazio per i Luther...è impossibile se la gente si suca 'sta roba...”. Ma tant'è.
Infine, visto che abbiamo aperto l' ”angolo del colera” dell'intervista, vorrei dedicare un COLERA speciale alla siae. Tutti sappiamo il perché.

Chainsaw Massacre: A pochi giorni dal vostro tour che toccherà, per la prima volta, anche la Sicilia: cosa ci dite del suonare dal vivo? Qual è la dimenzione che preferite? Pub? Festival? Manifestazioni?
Infine: c'è qualcosa che volete dire al pubblico siciliano che vi verrà a vedere? Qualcosa che vi aspettate?
Luther Blissett: La dimensione che preferiamo è: palco ampio, ampli grossi, distorto a ppalla, feedback, sudore e poi tutto a zero db! Ai siciliani vogliamo dire se per favore ci fanno trovare un po' d'erba ai concerti (oppure dite che sul traghetto è tranquillo?)!
Chainsaw Massacre: Bene ragazzi, l'intervista è finita! Grazie di nuovo per la disponibilità e ci vedremo fra qualche giorno!
Luther Blissett: Ciao! Cogliamo l'occasione per annunciarvi le date del tour:
24/11 Circolo Island, Perugia;
25/11 Circolo Hemingway, Latina;
26/11 3&32, L'Aquila;
28/11 Socrate, Bari;
29/11 New Magazine, Massafra (BR);
30/11 Circolo della Pace, Barcellona (ME);
1/12 Teatro Garibaldi, Palermo;
2/12 Eliogabalo, Fasano (BR).



Ci vediamo lì, ciao!

venerdì 16 novembre 2012

Dispo/Barberos - "You Vs Us, Us Vs You" (Split 2012)





Uscito da pochi giorni, questo split fra i romani Dispo e i Barberos di Liverpool è una di quelle uscite che si guadagna, per l'originalità della proposta musicale dei 2 gruppi, un posto d'onore fra i dischi di questo 2012.
Un gruppo che sceglie di chiamarsi “Dispositivo Per Il Lancio Obliquo Di Una Sferetta” - per abbreviarlo successivamente in “Dispo” - non può che suscitare curiosità, ma dopo averli ascoltati ti rendi conto che oltre alla particolarità del nome, c'è soprattutto la particolarità e la qualità della loro produzione artistica.
La band, formata nel 1997 e con 2 album all'attivo (“Rembrandt Era Eccezionale (Con Tutte Quelle Luci)” del 2009 e un bonus cd allegato ad un dvd “Thees Ees Eet” del 2010), ci propone una miscela musicale variopinta e gradevole, un lavoro eclettico, fatto di dinamismi, incroci, melodie traballanti ma orecchiabili.
Per inquadrare il genere, diremo che i Dispo si muovono negli orizzonti dell'alternative-rock e del post-rock (il vero indie-rock, non quelle insignificanti ciofeche commerciali che cercano di propinarci adesso), del math, del noise, con delle puntate verso orizzonti decisamente progressive.
Ascoltarli mi riporta alla mente rimembranze di Dinosaur Jr, Hüsker Dü, Polvo, Bastro - con qualche lontana eco dei Tortoise - e di gruppi più moderni come Battles e Deerhoof: tutto rielaborato in una chiave molto personale, che abbina a grande gusto e ricercatezza compositivi, una inusuale freschezza e spensieratezza melodica supportata dall'incredibile lavoro di un batterista che sembra un continuo gioco pirotecnico.
I Dispo ci offrono qui 3 tracce che volano via piacevolmente ed elegantemente in poco più di 12 minuti.
Il lato dei Barberos è invece composto da 2 tracce per 16 minuti abbondanti di una musica del tutto inusuale e spiazzante. I 3 ragazzi di Liverpool si presentano scenicamente con dei costumini di lycra color crema attillati che potrebbero ad una prima impressione ricordare (se non fosse per il colore) delle tutine sado-maso, ma, dopo aver ascoltato l'esposizione del loro delirio musicale, l'idea che rimane persistente è che siano travestiti da extraterrestri: la loro musica è veramente originale e strana, come proveniente da un altra galassia. 
Il gruppo – 2 batterie e 1 synth – si produce in un genere che abbraccia il math-noise, imbastardendolo con elementi progressive, psichedelici, dub, drum 'n bass, techno hardcore, ritmiche tribali e un tocco di fusion, giusto per non farsi mancare nulla.
I 2 batteristi generano un flusso ritmico molto dinamico e compatto, mentre il synth genera atmosfere cangianti e oniriche: tutto è molto scorrevole, musica da trance che induce al viaggio mentale, all'astrazione metafisica.
Dunque, avete fra le mani un lavoro molto particolare, abbastanza strano e fuori dagli schemi: se vi piace la musica che cerca di esplorare nuove galassie, creare nuove contaminazioni, ricercare nuovi sapori, pur restando sempre gradevole e facile all'ascolto, questo prodotto non dovete proprio farvelo scappare!

Dispo (Live):



Barberos (Live):



Tracklist:
 
Dispo Side:
1. Roberto Trilli
2. Cooling Coils
3. Nerds Attaches

Barberos Side:
4. Buffalo Biffle
5. In The Mouth Of Madness

Sul Bandcamp dei Dispo potete ascoltare tutto l'album e comprarlo con un'offerta minima di 2 euro dico, 2 EURO!!!):
http://maledettidispo.bandcamp.com/album/you-vs-us-us-vs-you

Dispo:
Sito: http://www.maledettidispo.com/
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Barberos
Sito: http://www.barberos.blogspot.it/
Bandcamp: http://barberos.bandcamp.com/
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mercoledì 14 novembre 2012

Luther Blissett - "Bloody Sound" (2011)



Sicuramente si può parlare di disco della svolta per questo secondo lavoro dei bolognesi Luther Blissett e tutto è chiaro fin dal titolo dell'album. “Bloody Sound”: un suono maledetto, sanguigno e sanguinolento, malato, schizofrenico. Dal momento in cui schiacciamo il play ci ritroviamo colpiti e spazzati via da questo turbolento flusso musicale dove molti dei generi estremi vanno a confluire.
La differenza con il disco precedente è netta: mentre nel primo lavoro l'atmosfera era molto più jazzy, in questa nuova opera aumentano sicuramente le influenze di estrazione metal e hardcore. Ovviamente, resta invariata la matrice sperimentale e avanguardistica della band, però laddove in precedenza aveva dato l'idea di ricercatezza, quasi sofisticatezza, adesso il gruppo ha tirato fuori un'anima e un'attitudine quasi hardcore: tutto è sporco, diretto, senza fronzoli e brutale! Ritroviamo gli elementi tipici del jazzcore, del mathcore e del noisecore, ma non stiamo ascoltando nulla di questo: la musica dei Luther Blissett non è facilmente catalogabile. E' un rovente fiume infernale, magma ribollente ed esplosivo, delirio marcio e sporco, dissonante e atipico: Sangue & Merda che si prendono a braccetto con l'intento di invadere l'olimpo della musica, e stordirlo, squarciarlo a forza con attacchi destabilizzanti e terroristici di estremismo acustico.
Affiorano durante l'ascolto elementi ritmici quasi funkeggianti, momenti che più che al free jazz si richiamano all' improvvisazione radicale di scuola europea: tempi sempre dispari e spezzati, un drumming molto fantasioso che trasmette subito l'idea di questo flusso musicale inarrestabile e costantemente cangiante; un basso così distorto, iperfuzzato che sembra saturare e lacerare l'aria ad ogni nota; il sax che traccia parabole, iperboli e fughe per poi schiantarsi al suolo ed emettere i barriti di un animale feroce e ferito; una chitarra sporchissima, quasi post-sludge, che riesce al contempo ad essere memore dei suoni di Derek Bailey e di Buzz Osborne...
L' Ep si snoda attraverso 8 tracce (più 1 ghost tack ripresa dal vivo), mai simili, mai ripetitive: 30 minuti di musica bella storta, aggressiva, ricercata e destabilizzante.
Come Escher nei suoi quadri, anche i Luther Blissett sono maestri nel costruire strutture impossibili, palazzi che sfidano le leggi sia logiche che fisiche, edifici che dovrebbero crollare o implodere e che, invece, restano miracolosamente in piedi, non in bilico, non in precario equilibrio, ma ben piantati, solidi, imponenti. Gran bel lavoro: a quando il prossimo capitolo?


Tracklist:
1. Intro
2. Black Train Raising
3. Sonic Broom
4. We Are A Powerful Supply For Noise, Progress And Destruction
5. Fat Elephants Coming
6. Grind And Freak
7. Mekkanimal II
8. Staggering
9. The Lamp Song (Final Video Statement)

Potete ascoltare il disco (anche quello precedente) sul loro bandcamp:
http://lutherblissett.bandcamp.com/

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giovedì 8 novembre 2012

Gory Blister - " Earth Sick" (2012)


Provenienti dalla Puglia, ma da tempo stabilitisi a Milano, i Gory Blister sono un pezzo di storia della musica estrema underground italiana, potendo ormai vantare una carriera di oltre 20 anni.
E 20 anni di esperienza si sentono tutti in questo nuovo disco: i Gory Blister sanno veramente come si scrive e si struttura un pezzo. Di più, sanno come si mette insieme un grande album.
La loro passione sviscerata e immutabile per il death metal old-school in questo disco viene unita ad elementi di natura più moderna, ma non abbiate paura: mai i Gory Blister faranno un disco deathcore come oggi va tanto di moda. Qua troverete tutti i sottogeneri storici del death metal, dal classico al technical, dal brutal al melodic, dal progressive al deathgrind (ovviamente però con una netta predominanza dei momenti feroci rispetto a quelli in cui si sperimentano delle aperture melodiche).
Quello che ascolterete è qualcosa che richiama alla memoria i Death di mr. Schuldiner, i cari vecchi Carcass, un po' di Cannibal Corpse (nei momenti più brutal e blast-beat), quei fantastici Morbid Angel dei primi lavori, qualche eco di sano thrash bay-area, incrociando il tutto con il suono di gruppi più moderni come i Nile (infatti il cantante Karl Sanders canta su due brani) e, sorprendentemente, qualcosa dei Gojira - sia al livello musicale (a tratti affiora l'influenza del loro death/groove/djent), che tematico (il disco è uno di quelli che si può definire “ecologisti”, nel senso che, appunto, come nei lavori del gruppo francese, l'essere umano è una sorta di cancro per il pianeta, lo distrugge e lo annienta, avendo ormai perso ogni contatto spirituale con madre terra).
Musica violenta ed assassina, un growl cavernoso e spietato. Eppure un lavoro profondissimo e maturo, da assaporare con devozione, cogliendone sempre meglio le varie sfumature e sfaccettature.
10 tracce per 35 minuti di grande piacere: non c'è mai un calo di tensione, mai un arrangiamento banale, mai un'idea mediocre.
Un grande disco senza un momento di tregua e riposo: come un segugio infernale ti aggredisce e ti si attacca al collo senza lasciarti nessuna possibilità di scrollartelo di dosso. Unico pezzo che infonde un po' di calma e quasi sognante serenità è l'ultima traccia “Voices From The Sea” che sembra l'atto finale della tragedia: una terra senza più esseri umani che, lentamente e inesorabilmente, rinasce a nuova vita.
Lacerante e aggressivo, con classe e decisione: un disco superbo che non teme rivalità anche in ambito internazionale. Fantastici!

                                                         

Tracklist:
1. The Breeding (Intro)
2. Earth-Sick
3. Plague & Pray
4. Decanted Embryos
5. Dominant Genethics
6. H.I.V.
7. World Damnatomy
8. Soul-Borne Maladies
9. Serpent Verse
10. Voices From The Sea


Acquistate il disco sul loro sito:
http://www.goryblister.com/

Ascoltate qualche pezzo dal loro Myspace:
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lunedì 5 novembre 2012

Antigama/Psychofagist - 9 Psalms Of An Antimusic To Come (Split 2012)





Uscito a inizio 2012, questo split album fra i polacchi Antigama e i novaresi Psychofagist è fra quelle che ritengo le uscite discografiche più interessanti dell'anno.
L'unica cosa che hanno in comune le due band e quella di essere etichettate come gruppi grind: in realtà siamo nel territorio della sperimentazione più estrema e anarchica.
Aprono l'album gli Antigama con 4 tracce per poco meno di 15 minuti di durata: ci troviamo in un ambiente dove il grind incontra il death, il black, ritmiche di derivazione djent, suoni industrial e atmosfere dark ambient.
Ma per onestà intellettuale diremo che la differenza fra la prima e la seconda parte dello split c'è.
Ed è abissale.
Gli Psychofagist arrivano come un ciclone cazzutissimo e bastardo devastando e spazzando via i poveri polacchi, che hanno offerto una prova interessante, ma nella media.
La proposta musicale del gruppo italiano è decisamente complessa e atipica: sono divoratori di menti e di idee i nostri, quindi nella loro musica convivono elementi dei più svariati generi.
Indubbiamente ci troviamo di fronte ad una delle realtà in campo di metal estremo e sperimentale fra le più interessanti a livello internazionale: gli Psychofagist sono come un enorme mostro vorace ed onnivoro che ingurgita la materia musicale, distruggendola, scomponendola e rielaborandola, per restituircela poi perfezionata con le sembianze di una nuova creatura ibrida, spigolosa e perfetta.
Grind, hardcore, brutal death, powerviolence, noise, math, free jazz, avanguardia contemporanea, improvvisazione radicale: provate a far suonare contemporaneamente Nasum, Black Flag, Converge, Dillinger Escape Plan, Natron, Melt Banana, Mr. Bungle, Painkiller, Ornette Coleman, Unsane, Mats Gustafsson, Beefheart e John Cage. Un delirio? Già già! Musica totalmente folle, asimmetrica, imprevedibile, schizofrenica, irregolare e incredibilmente nervosa.
I loro 5 pezzi durano qualcosa in più di 15 minuti e sono tutti di altissima qualità: se possibile, ho trovato il gruppo tecnicamente e dal punto di vista della composizione e struttura dei pezzi persino migliorato rispetto ai loro precedenti - già disumanamente perfetti e squilibrati - 2 album da studio (i bellissimi “Psychofagist” del 2004 e “Il Secondo Tragico” del 2009).
Un album fantastico, anche nell'artwork della copertina, reso assolutamente imprescindibile, per ogni appassionato di musiche e contaminazioni estreme, dal lavoro puramente geniale della band piemontese. In attesa di poter ascoltare il loro nuovo Ep “.Unique.Negligible.Forms.”, fresco fresco di uscita.

                                                     

Tracklist:

Antigama Side:

1. Missing The Past
2. Paranoia Prima
3. For Just One Breath
4. Finito

Psychofagist Side:
5. Apophtegma Nonsense
6. Carne Tremula Marcia
7. Initiation
8. Aritmia
9. Misery Is The River Of The World (Cover di Tom Waits)

Antigama
Sito: http://antigamablog.blogspot.it/
Facebook: http://www.facebook.com/Antigama?sk=wall
Myspace: http://www.myspace.com/antigama

Psychofagist
Reverbnation: http://www.reverbnation.com/psychofagist
Myspace: http://www.myspace.com/psychofagist





                                                                                                                                                                                              

venerdì 2 novembre 2012

Mombu - "Zombi" (2012)



Partiamo da un presupposto: questo disco è un'autentica BOMBA!!!
I Mombu sono un duo: un progetto parallelo di Luca Mai degli Zu al sax baritono e Antonio Zitarelli dei Neo alla batteria. Molti storceranno il naso, a me, invece, i dischi in duo batteria e sax hanno sempre entusiasmato un casino (classici come “Interstellar Space” di John Coltrane e Rashied Alì o roba radicale e schizofrenica come “I Love It When You Snore” di Mats Gustafsson e Paal Nilssen-Love, per intenderci): non siate diffidenti e immergetevi nell'ascolto.
Già dal titolo dell'album, dalla copertina tribale, da brani con titoli come “Orichas”, “Zombi” (che poi è una cover devastata e devastante di Fela Kuti), “The Harpoon's Ritual”, si può intuire che la materia trattata è strettamente legata a quei culti sincretico-animisti afroamericani e caraibici come la Santeria cubana e il Vudù haitiano: è musica ipnotica, violenta, magica e rituale.
Un modo per definirla sarebbe Sciaman/Afro/Caribbean/Grind/Jazz-core (!!!): le ritmiche spezzate, sincopate e irruenti della batteria integrano continuamente elementi tribali e percussivi appartenenti alla cultura afro e latino-americana, il sax – spesso effettato e distorto – è invece una macchina di riff circolari, ossessivi e cattivissimi, suoni spuri e acidi.
Musica d'avanguardia, sicuramente, ma pesante, massiccia, suggestiva e ispiratissima come di rado capita di ascoltarne. Suoni che immediatamente portano alla mente immagini di uomini e donne di colore vestiti di bianco che si dimenano e ballano con movimenti epilettici, fuochi, galline che corrono con le teste mozzate schizzando sangue, tamburi, trance sciamanica, strane pozioni, nenie e formule magiche, sacro e profano, morti che si alzano dalle tombe...
8 tracce per 45 minuti di intensissimo delirio sonoro. Ospiti del disco, fra gli altri, Mike Watt (Minutemen), Giulio The Bastard (Cripple Bastards) e Cinghio (Buffalo Grillz).
Un grandissimo disco: evocativo, onirico, delirante, potente e spietato. Assolutamente da avere!




Tracklist:
1. Stutterer Ancestor
2. Orichas
3. Rada
4. Regla de Ocha
5. Zombi
6. Mumbu Storm
7. Kemi
8. The Harpoon's Ritual

Ascoltateli e acquistate l'album sul loro bandcamp:
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giovedì 1 novembre 2012

Le Singe Blanc - "Babylon" (2010)





Non smetterò mai di ringraziare i Les Spritz per avermi fatto conoscere la musica di questo trio francese. Ricordo ancora la sera di quel concerto: osservavo questi 3 individui con parecchio scetticismo...alla fine della loro esibizione mi sono ritrovato completamente madido di sudore a sgolarmi, assieme al resto del pubblico, chiedendo istericamente “biiiisss!!! biiiiisss!!!”.
Folli, divertenti, originali.
I Le Singe Blanc vengono da Metz e si sono formati nel 2000: da allora hanno girato mezzo mondo con i loro concerti - fra i pochi gruppi che possono annoverare nel loro curriculum anche 2 tour in Cina - e la loro formazione atipicamente ritmica formata da due bassisti-cantanti (Thomas Coltalt e Vincent Urbani) e un batterista (Kevin LeQuellec).
Questo “Babylon” è il loro quinto lavoro da studio ed è composto da 9 tracce per una durata di poco inferiore ai 30 minuti. Il cocktail musicale del trio è anomalo, ma allo stesso molto semplice: prendete un terzo di funky, un terzo di math e un terzo di noise, aggiungete una spruzzatina di ritmiche tribali, miscelate per bene e il gioco è fatto! Il risultato è un miscuglio esplosivo dove riescono a convivere i deliri e virtuosismi bassistici di Les Claypool, la follia di Mike Patton e dei Mr. Bungle, nonché il primitivismo punk-noise di Arrington de Dionyso e degli Old Time Relijun: fantastico!
Le composizioni si muovono fra continui e fantasiosi incastri ritmici e armonici, duetti dei due bassi, improvvise esplosioni di rumore e dissonanze e la semi-demenza schizofrenica delle voci che si esibiscono spesso in una sorta di “call & response” emettendo versi (non credo si possa parlare di testi e neanche di parole) uno in una specie di growl da orco (forse lo yeti a cui il nome “la scimmia bianca” si riferisce?) e l'altro in un falsetto quasi bambinesco.
Ecco, i Le Singe Blanc sono un delirio, sono divertenti e ti fanno venire voglia di ballare e muoverti: ascoltate il loro disco e poi fatemi sapere se riuscite a tenere ferme le gambe o se non vi ritroverete, senza rendervene conto, a tenere il tempo battendo la mano su qualunque cosa vi capiti a tiro.
A breve uscirà uno split album che divideranno con i Les Spritz, nel frattempo ascoltate questo fantastico “Babylon” (tra l'altro il vinile è veramente bello graficamente e interamente smaltato in verde) scopriteli, amateli! Un grande gruppo che sguazza felice nel mare vorticoso dell'underground!

                                                 
                                                

                                               


Tracklist:
1. Bombadilhom
2. Ouzfat
3. Sboub
4. Electromax
5. Tapadi
6. Miozopor
7. Zirath
8. Sbalf
9. Mambossa


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